Finalmente mi sono concessa una giornata in un centro benessere.
Una coccola che ho imparato a concedermi: mi rilassa e torno a casa rigenerata.
L’unica nota che stona è il mio continuo disagio ogni volta che entro in uno spogliatoio, una sorta di imbarazzo che il tempo non ha saputo farmi superare.
Ricordo che da ragazzina quando entravo negli spogliatoi ero sempre l’ultima della fila, così potevo sedermi nell’unico posto che puntualmente rimaneva libero, quello più appartato lontano dagli armadietti.
Il mio intento era quello di isolarmi, quasi nascondermi.
Mi imbarazzava spogliarmi davanti le mie compagne, tutte prese ad osservare a vicenda i loro corpi che mutavano di giorno in giorno.
Mi vedevo con mille difetti, gambe troppo sottili, il seno appena accennato, un aspetto ancora acerbo, mentre le mie amiche erano dei veri fiori sbocciati.
Temevo di essere derisa e preferivo apparire trasparente.
Oggi amo il mio corpo ma quando mi reco in piscina o in palestra provo vergogna a togliermi il costume nello spogliatoio in presenza di altre persone.
Ci sono donne, invece, che fanno la doccia in piena libertà sentendosi a loro agio, proprio come se fossero dentro il box di casa.
Comportamento sempre appartenuto agli uomini, per come mi è stato raccontato non si sono mai fatti problemi di sorta esponendosi come mamma li ha fatti.
Io invece non ci riesco.
Attendo un momento dove sono certa di essere sola e l’accappatoio è a portata di mano pronto per essere indossato a tempo di record.
Non ho mai capito se la mia è una forma di timidezza o pudore, sta di fatto che quando mi trovo in quelle circostanze, dinanzi una naturalezza di gesti che non mi appartengono, mi sento un pesce fuor d’acqua e la cosa mi fa stizza creandomi disagio, sentendomi diversa.
Voi con quale spirito vivete l’ambiente dello spogliatoio?